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L'opera di S.Matteo in Nave
La chiesa era ubicata ad ovest dell'attuale edificio, nella zona occupata ora dagli argini del fiume, disposta longitudinalmente alla via principale, via Francigena, poco distante dal fiume, come se i Navesi l'abbiano voluta edificare in quel punto per proteggere le terre e le abitazioni dalle inondazioni del Serchio.
Di quel tempio, come dell'intera opera parrocchiale, non vi sono più tracce. Rimane nell'archivio parrocchiale un "terrilogio", una specie di libro contabile dell'opera relativo all'anno 1680, che presenta e descrive l'intera struttura della parrocchia di S.Matteo a Nave.
Il fabbricato era ubicato nella parte Sud-Est di "un corpo di terre campie seminative con alberi e viti e parte che serve ad uso di corte e orto e parte macchia di fiume sopra del quale è posta la chiesa di San Matteo a Nave, con suo Cimiterio avanti e campanile con sue campane, con casa ad uso di canonica, con pozzo e forno et altre sue ragioni e pertinenze". (fig. 1)
La prima notizia di una visita pastorale alla parrocchia risale al 1480, era rettore in quell'epoca un tale Bernardino che si preoccupò di far trovare la chiesa in ordine e pulita (1).
Fatta eccezione per le donazione e i livelli in favore di S. Matteo a Nave non si trovano altri documenti in questi periodi relativi alla vita della pieve. Occorre arrivare all’anno 1645 per leggere di un'altra visita pastorale. Chi scrive dice di aver trovato chiesa in ordine ed elenca gli arredi in dotazione alla stessa (2).
Sono più consistenti le notizie che possiamo ricavare dalla cronaca della visita pastorale del 25 giugno 1654. Ecco quanto il documento contiene: "In Ecclesia adest Altare marmoreum eleganter elaboratum" (Nella Chiesa è presente un altare di marmo finemente lavorato), eretto nell’anno 1651.
Continuando la lettura si viene a sapere che le anime in età di comunicarsi erano in tutto 223 e tutte avevano adempiuto al precetto pasquale (3).
Nel 1680 i "livelli" dell'Opera di S. Matteo a Nave erano rappresentati da 19 proprietà nel comune di Nave, da 2 appezzamenti di terreno nel comune di S. Angelo in Campo, da 2 campi a S. Maria a Colle, da 4 poderi a Nozzano Vecchio, più diversi livelli in favore dell'altare di S. Matteo.
Vediamo la struttura del complesso parrocchiale all'anno, come detto, 1680 (fig. 2).
Disponiamo del disegno sia in prospettiva che in pianta realizzato dal pubblico agrimensore Lorenzo Narducci, su incarico del rettore dell'epoca Antonio Natucci e dei due responsabili dell'Opera Vicenzo Vannucci e Battista Pasquini.
Si accedeva in chiesa dall'unica porta posta sulla via pubblica, denominata via Vecchia (Via Romea), il tempio era costituito da un unico locale a forma rettangolare con una rientranza semicircolare nella parte superiore, dietro l'altare maggiore, luogo destinato al coro.
La lunghezza era di braccia 29, circa 17,10 metri, mentre la larghezza era pari a braccia 13, circa metri 7,70.
Nella parte superiore era posto l'altare maggiore in marmo, eretto, come già detto, nell'anno 1651.
Davanti all'altare è visibile una botola per accedere al sottosuolo, dove venivano sepolti quei fedeli che con le loro donazioni e/o altro si guadagnavano tale privilegio.
Gli altri due altari furono installati successivamente. Quello di fronte all'entrata principale, spostato più verso il fondo della navata fu costruito nell'anno 1666, come si legge sull'edicola presente in cima allo stesso "D.M.O. Piorum sumptibus erectum A.D. 1666, (costruito con le offerte di gente pia nell'anno del Signore 1666) ed era dedicato al SS. Crocifisso e alla Maria SS. Addolorata, eretto dalla confraternita anonima.
Sul lato opposto, di fronte e sulla sinistra di chi entrava, vi era l'altare dedicato a S. Lucia, costruito nello stesso periodo e con le stesse caratteristiche del precedente.
La chiesa oltre a questa entrata ne aveva altre tre. La prima posta ad Ovest, che immetteva nel cimitero, l'altra a Nord, con accesso alle pertinenze della parrocchia, la terza nella parte superiore, a margine sinistro del semicerchio, per accedere al campanile.
Il locale era dotato di cinque finestre una con veduta a mezzogiorno, sull'entrata principale, le altre sporgevano a settentrione, nella parte opposta.
Completavano il complesso il campanile, il cimitero e la canonica.
L'entrata posta sulla via Maestra era sormontata da un'edicola coperta con un affresco raffigurante la Madonna col Bambino.
La canonica era abbastanza ampia e confortevole, munita di due accessi: il primo al piano terra sulla via pubblica, l'altro nella parte Est dell'edificio per accedere al piano superiore attraverso una scalinata esterna.
Il campanile, realizzato su quattro piani più il sottotetto, costituirà il problema più serio per la parrocchia, in quanto richiedeva continui e sostanziosi interventi di manutenzione, tanto che dopo vari lavori fu deciso di costruirne un altro. Gli interventi più significativi si registrarono nell'anno 1744, il responsabile della commissione di lavoro era un tale Nicolao Salani. Nel 1783 di dovette intervenire di nuovo e, per scongiurare il pericolo del crollo, furono messe quattro catene e si fortificarono le fondamenta.
Nel 1784 l'altare maggiore venne arricchito con una balaustra in marmo, che non sarà utilizzata nel nuovo edificio.
Oltre alla balaustra la chiesa era dotata anche di organo, infatti nelle spese della parrocchia si registrano negli anni 1779, 1780 e 1781 somme pagate ad un tale Crudeli per accordare l'organo, mentre dall'anno 1778 compare nelle nota delle spese parrocchiali annuali l'importo per l'organista; analoga spesa è presente anche nei libri contabili annuali delle due compagnie esistenti nella parrocchia.
Nel 1778 nelle spese generali si registra la voce "per l'acquisto del Crocifisso per il pulpito", questo dimostra che la chiesa aveva un regolare pulpito, mentre mancava di fonte battesimale, come evidenziato nel verbale di una visita pastorale avvenuta nel 1783.
Negli ultimi anni del secolo vennero affrontate varie spese per acquisti che ancora oggi ammiriamo nella nuova chiesa: un banco nella sagrestia, acquistato nel 1784; una credenza nel 1792, anch'essa presente nell'attuale sagrestia ed infine un bellissimo baldacchino per l'altare maggiore, acquistato nel 1797, di cui si dirà parlando della stanza della compagnia (4).
Questo documento (fig. 3) dimostra la notorietà e l'importanza della chiesa di S. Matteo a Nave in quell'epoca, la bolla è del 1674.
1 – Archivio Arcivescovile – Visite pastornli – anno 1480/ 1498 – libro ll – foglio 27
2 – Archivio Arcivescovile – Visite pastorali – anno 1645 – libro 42 – foglio J.
3 – Archivio Arcivescovile – Visite pastorali – anno 1631/80 – libro 48/Il – pag. 35 retro.
4 – Tutte le suddette notizie sono state ricavate dalle documentazioni scritte presenti nell’archivio parrocchiale.

FIG. 1

FIG. 2
